La sostenibilità nel piatto

Secondaria di I grado – classe 3^A Carmelita Manara, IC Emilio Morosini e Beatrice di Savoia

Scopri che cosa possiamo fare per ridurre l’impatto sull’ambiente di quello che mettiamo nel carrello.

Quante volte vi è capitato di comprare alimenti in base al vostro risparmio invece di prestare attenzione al loro impatto ambientale? Spesso per comodità riempiamo il carrello senza
leggere da dove proviene il nostro cibo e non ci poniamo il problema della strada che ha fatto per arrivare fino a noi.
In questo articolo vi spiegherò come e perché dovremmo impegnarci e informarci quando facciamo la spesa e quanto possiamo fare la differenza con le nostre scelte. A partire magari
proprio dal nostro cibo preferito. Facciamo un esempio.

Le mode alimentari

Da qualche anno è arrivato sulle tavole degli Italiani un frutto diventato molto di moda: l’avocado. Negli ultimi cinque anni in Italia il consumo di avocado è cresciuto del 179%. In media ogni Italiano consuma 4 avocado all’anno! Ma che impatto ha questa avocado-mania sull’ambiente?

Provenienza e impatto: un prezzo troppo alto soprattutto per l’ambiente

Il 90% dei frutti consumati in Italia provengono da Messico, Colombia, Perù e Kenya.
In questi paesi i frutti vengono raccolti completamente acerbi e spediti in Italia via aereo o via nave.
Quando arrivano a destinazione vengono messi in celle con etilene per farli maturare ed essere messi in vendita. Li troviamo sui banchi dei supermercati e nei menù dei ristoranti tutto l’anno. Comodo, no? Peccato solo che per il trasporto di ogni avocado sono stati immessi nell’ambiente tra 0,9 e 2,5 kg di CO2.
I conti sono presto fatti. In media in un anno per il consumo in Italia di 45.000 tonnellate di avocado vengono immessi in atmosfera 90 milioni di tonnellate di CO2. Per compensare queste emissioni servirebbero oltre 2 miliardi di alberi piantati e cresciuti per 10 anni.
Anche sul fronte pesticidi, le coltivazioni extra UE offrono meno garanzie. Molti dei pesticidi vietati nell’Unione Europea sono infatti consentiti nei paesi extra Ue.

C’è sempre un alternativa

Dobbiamo quindi rinunciare al nostro cibo preferito? Nient’affatto. Dobbiamo solo informarci bene e agire di conseguenza.
In Spagna, ma ancora più vicino, in Sicilia e Calabria, da ottobre fino a maggio si producono deliziosi avocado. Il viaggio che devono fare fino al nostro piatto è decisamente più breve e, se utilizzati, i pesticidi rientrano tra quelli consentiti dalla UE.
Ancora meglio se le coltivazioni sono biologiche e riportano il marchio Fairtrade che indica che chi ha lavorato alla produzione è stato trattato e pagato in modo equo.

Poche e semplici regole

Quindi sarà sufficiente seguire due semplici regole:
1) evitare di acquistare gli avocado fuori stagione! Se acquisti avocado da giugno a settembre puoi star certo che il tuo gustoso frutto ha preso un aereo o una nave da un paese extra-UE.
2) leggi sempre l’etichetta e acquista solo quelli coltivati in Europa, in Italia o in Spagna.
Ecco un esempio pratico di ciò che possiamo fare ogni volta che facciamo la spesa.
Perché non farlo per tutti i prodotti che mettiamo nel carrello? Comincia oggi stesso, magari proprio informandoti a fondo sulla provenienza dei tuoi cibi preferiti.

Una goccia nel mare?

Capita spesso di pensare che non possiamo fare la differenza ma spesso è solo una scusa per non perdere tempo e perché non ci piace sentire la responsabilità delle nostre scelte. Dopo tutto non sarà mica il mio avocado messicano responsabile del cambiamento climatico? No di certo, ma se il mare non è fatto di
gocce di cos’altro è fatto? Prendersi cura del nostro cibo, significa prendersi cura della terra, di chi la lavora e di chi la abita. Un avocado dopo l’altro, una goccia dopo l’altra.